Pianta tradizionalmente utilizzata per la sua azione benefica sulla funzione digestiva e sulla motilità gastrointestinale.
Di grande aiuto nella corretta eliminazione dei gas intestinali, recenti studi ne confermano l'utilità nel metabolismo dei carboidrati e come antiossidante.
Questa ombrellifera si suppone sia originaria del Medio Oriente ma si è ormai naturalizzato un pò dovunque nel bacino del Mediterraneo, in Asia e in America.
Il suo impiego come pianta aromatica e medicinale ha origine nella più remota antichità; presso gli arabi questa pianta è, a tutt'oggi, di uso quotidiano.
Al riguardo, la medicina antica fu contraddittoria: alcuni ritenevano che fosse velenoso, altri lo consideravano portentoso per guarire la peste e l'epilessia e per rendere indolore il parto.
Vi era chi la reputava pianta afrodisiaca, chi temperativa.
Certo è che le pianti verdi e fresche sono da buttare, mentre i frutti secchi, unica parte utilizzata in Europa, sono largamente utilizzati in cucina e per la preparazione di decotti.
In dosi controllate è efficace per contrastare gonfiore intestinale e digestione difficile.
Ottimo in cucina, dove, in piccole dosi, viene usato per insaporire ragù e salse.
Come per tutte le spezie, anche nel caso del coriandolo non conviene eccedere nell'uso.
Frutti di Coriandrum sativum.
Si preparano con un leggero decotto, meglio se insieme ad altre piante aventi lo stesso effetto (angelica radice, frangula, malva per esempio): si fa bollire una tazza di acqua, si aggiunge un cucchiaino da ceffè raso di coriandolo, si lascia bollire un paio di minuti, quindi si spegne e si lascia in infusione 5-7 minuti.
Quindi si filtra e si beve tiepido dopo i pasti.
Prodotto erboristico con finalità salutistiche, non è un medicinale.
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