LE PROPRIETA'
L’argento, in funzione della concentrazione con la quale viene impiegato, ha la capacità di inibire o limitare la replicazione batterica, virale e micotica e di eliminare gli agenti patogeni. L’argento blocca l’azione metabolica di alcuni enzimi di batteri, virus e funghi portandoli ad eliminazione.
UTILIZZO
La ricerca biomedica ha dimostrato che gli agenti che causano malattia (virus, batteri, funghi), dopo essere stati a contatto con l’argento colloidale, riescono a sopravvivere solo per qualche minuto (mediamente meno di dieci).
Fin dall’antica Grecia si conoscevano le proprietà salutari dell’argento per curare le ferite e l’argento veniva ampiamente utilizzato per la produzione di stoviglie per gli aristocratici (era noto che l’utilizzo di posate d’argento esponeva le persone ad un numero minore di infezioni). Egizi e fenici solevano conservare l’acqua in contenitori d’argento per purificarla.
La letteratura scientifica relativa all’argento inizia nel 1800 con un notevole incremento attorno agli inizi del ‘900 ed è piena di referenze che ne indicano i vantaggi per una molteplice varietà di scopi. I prodotti che si trovano in commercio a base di argento possono essere generalmente di tre tipi: argento ionico in soluzione (Ag+), argento ionico con aggiunta di proteine stabilizzanti e argento colloidale, costituito da nanoparticelle di argento metallico (Ag). A questi si aggiungono poi alcuni farmaci o presidi medico chirurgici a base di sali d’argento.
Gli ioni argento sono differenti dalle particelle di argento metallico.
L’argento colloidale è costituito da particelle di dimensioni nanometriche disperse in acqua bidistillata. Uno dei primi libri sull’argento colloidale risale al 1920 ad opera di Alfred B. Searle (“The use of colloids in health and diseases”) dove si trova un resoconto scientifico critico di numerosi articoli relativi all’argento colloidale, tratti da varie riviste scientifiche tra cui Lancet e The British Medical Journal.All’inizio del XX secolo l’argento colloidale era largamente usato, subendo una diminuzione di studio e utilizzo negli anni 1940 dopo l’introduzione degli antibiotici, come la penicillina e la sulfanilamide.Tuttavia, a partire dagli anni 1990 ci fu una rivalutazione dell’argento colloidale come rimedio complementare dato l’aumento della resistenza batterica agli antibiotici e alla continua ricerca di nuovi e affidabili agenti antimicrobici.
Da studi in vitro si evince che l’argento colloidale è in grado di eliminare circa 650 specie di microrganismi diversi (virus, batteri, funghi) in pochi minuti, in relazione alla sua concentrazione. L’argento colloidale è atossico per i mammiferi, rettili e tutte le forme di vita che non siano monocellulari.
Risulta invece tossico per le forme di vita primitive come i microrganismi poiché utilizzano processi chimici diversi per il loro metabolismo. L’azione dell’argento colloidale sui microrganismi è dovuta principalmente alla disattivazione enzimatica del metabolismo dell’ossigeno che porta come fine ultimo alla eliminazione del batterio. Studi in vitro hanno dimostrato una efficacia particolarmente elevata dell’argento colloidale verso Escherichia coli e Staphylococcus aureus.
La dimensione delle particelle in sospensione di argento colloidale è molto importante per il mantenimento delle sue proprietà. La dimensione delle particelle è legata alla superficie di contatto in maniera inversamente proporzionale e quindi all’efficacia della sospensione colloidale di argento. Più piccola è la particella maggiore sarà l’efficacia del prodotto. Un prodotto di argento colloidale dovrebbe essere composto da particelle con diametro da 1 a 10 nm e da acqua bidistillata purissima senza altre sostanze disciolte.
Il colore della sospensione è indicativo della dimensione delle particelle e della purezza della soluzione. Un test ottico che viene spesso utilizzato prende il nome di “Effetto Tyndall” e viene eseguito facendo passare un raggio luminoso molto forte attraverso una sospensione colloidale di argento. E’ un fenomeno di diffusione della luce dovuto alla presenza di particelle di dimensioni comparabili a quelle della lunghezza d’onda della luce incidente.
Le particelle di argento che permettono la visione del colore hanno dimensioni che vanno da 0.2 a 1.2 m alla lunghezza d’onda della luce visibile (0.4-0.7 m). Una colorazione giallo intenso nel prodotto può essere indice di qualche contaminazione con altre sostanze o che le particelle sono troppo grandi, in entrambi i casi questo indica che il prodotto non è della qualità desiderata. Si possono trovare in commercio argenti colloidali a diverse concentrazioni.
La concentrazione del metallo è espressa in parti per milione (ppm). Esprimendo la concentrazione in ppm si indica quanti milligrammi della sostanza sono presenti in un litro di soluzione.
L’Argento è uno strumento efficace per uccidere i batteri, anche quelli antibiotico-resistenti. James Collins e il suo team presso la Boston University hanno dimostrato che aggiungendo all’antibiotico ioni d’Argento, l’efficacia del farmaco aumenta fino a mille volte. Questo effetto è dovuto principalmente al fatto che l’argento agisce da un lato rendendo più permeabile la parete dei batteri rendendo più facile l’accesso dell’antibiotico. Studi recenti hanno anche evidenziato l’efficacia dell’argento colloidale usato topico su modelli animali nel trattamento di infezioni da Staphylococcus aureus; nel potenziare l’efficacia di alcuni farmaci anti-leucemici; nelle rinosinusiti croniche con infezione da Staphylococcus aureus; nell’avere attività inibitoria sulla crescita di alcuni ceppi di Proteus ed Escherichia coli.
IL COLLOIDE
è una miscela in cui una sostanza si trova in uno stato finemente disperso, costituita da due fasi: una formata da particelle microscopiche (argento) e una fase disperdente (acqua bidistillata).
L’efficacia dei prodotti di argento colloidale dipende da questi fattori principali:
– Dimensione delle particelle (nano)
– Concentrazione della soluzione (ppm = mg/Litro)
– Superficie delle particelle
La dimensione delle particelle determina la superficie e quindi l’efficacia del prodotto colloidale.
IL POTENZIALE ZETA
È responsabile dei fenomeni elettrocinetici e della stabilità del colloide. Maggiore è il valore, maggiore è la stabilità del colloide. Valori tra 40 e 60 mV indicano una buona stabilità
Per mantenere il potenziale zeta il più stabile possibile sono consigliati vetri scuri impermeabili all’intero spettro della luce visibile. Va conservato a temperatura ambiente.
COME SI ASSUME
– a stomaco vuoto per facilitarne l’assorbimento
– non assumere alimenti nella mezz’ora successiva alla assunzione
– prelevandolo con un cucchiaino in plastica facendo ben attenzione a non toccarlo con oggetti metallici e tenendolo sotto la lingua per almeno 30-60 sec.
– per uso esterno impregnare una garza e applicarlo nella zona interessata.
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Testo di approfondimento scientifico informativo a cura del Servizio Tecnico-Scientifico
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Liberamente tratto dal blog di Nutriva