La Ratania, pianta medicinale preziosa per il suo alto contenuto di sostanze astringenti e anti-infiammatorie, cresce spontaneamente in Perù, dov’è conosciuta come “raiz para los dientes”.
Anche la Ratania (Krameria lappacea) fa parte del mercato globale e il timore di un suo sfruttamento eccessivo indusse Weleda, uno dei maggiori gruppi che utilizzano questa radice per i propri prodotti per l’igiene orale, ad avviare uno studio sulla biologia e la coltivazione sostenibile di questa pianta.
Uno dei primi obiettivi era quello di verificare se la ratania potesse essere riprodotta e coltivata con successo.
La prima intensa fase di ricerche è durata fino al 2005: dimostrava che la coltivazione della Ratania non è possibile per due motivi: il primo è che la Ratania può crescere solo in simbiosi con piante a cui sottrae acqua e Sali minerali, bisognerebbe quindi coltivarla assieme ad altre piante, un’impresa pressochè impossibile.
Il secondo è la caratteristica biologica della pianta che cresce molto lentamente: pensate che per poterne raccogliere le radici deve avere tra i 7 e 15 anni. Un impegno troppo faticoso e di lunga durata.
Parallelamente alla ricerca biologica si cercava un metodo per la raccolta spontanea sostenibile.
Nel dialogo con le autorità della protezione ambientale si è riusciti a creare a San Antonio (Perù) una zona naturale protetta per la Ratania con un’estensione di 2000 ettari.
Il continuo monitoraggio delle piante ha permesso di esaminare il rinnovamento e la ricrescita della Ratania anno per anno.
Da qui, la strategia per una raccolta sostenibile: il territorio è stato diviso in cinque settori, ogni quinta pianta poteva essere raccolta per intero con tutta la radice, nello stesso tempo i coltivatori devono seminare nuove piante di Ratania nel punto in cui è stata estratta.
Le osservazioni sul campo dimostrano che si riesce a mantenere stabile il numero di piante con un impatto ambientale pressochè nullo.
Tratto da Notiziario Weleda n.91/2009
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