Tra i fiori di Bach, il fiore del salice giallo (Willow appunto) è proprio quello che più di ogni altro serve per accettare la vita, scoprire il senso del proprio destino e, in termini più semplici, "imparare a stare al mondo".
Chi ha bisogno di Willow è colui che deve abbandonare un atteggiamento molto negativo, che gli deriva dal fatto che è abituato a lamentarsi.
Sentendosi una vittima del prossimo e del destino, non riesce a comprendere perchè "gli vada tutto storto" e imputa ad altri le proprie sfortune, anzichè farsi carico delle proprie responsabilità.
A cosa dobbiamo l'insorgere di uno stato Willow? Le cause sono diverse, ma spesso esso si verifica come conseguenza della negatività e dello scetticismo di Gentian.
Si riscontra spesso uno stato Willow in coloro che si trovano nell'età in cui il senso di responsabilità è ancora poco sviluppato e si ha l'impressione di essere affidati al mondo, ma anche in persone anziane che, con la perdita dell'autonomia, si sentono loro malgrado alla mercè di altre persone.
Caratteristica di Willow è la tendenza a chiudersi per proteggersi e a vivere emozioni trattenute in solitudine.
Le persone in stato negativo Willow si riconoscono per il loro atteggiamento astioso, polemico e amareggiato.
Spesso mostrano un'espressione corrucciata, di disapprovazione.
Il loro comportamento si potrebbe definire, senza traccia di moralismo, come egoista, nel senso che proprio non vedono i bisogni degli altri.
Per questo la persona Willow spesso assume un atteggiamento da guastafeste: interpretando tutto in modo negativo, anche quando è messa di fronte al lato bello delle cose, tende a sminuirlo o negarlo.
Un altro aspetto che rende poco simpatica la persona in stato Willow è l'ingratitudine: sentendosi vittima di chissà quali ingiustizie, è piena di pretese nei confronti degli altri, come se ogni aiuto fosse dovuto e scontato.
Sostanzialmente, non apprezza ciò che riceve e ha grande difficoltà nel ringraziare o mostrarsi grata.
Come paziente Willow è uno dei più difficili: tende a negare decisamente ogni progresso, non si considera responsabile in alcun modo del proprio stato e, non riuscendo a credere nei miglioramenti, tende a cambiare spesso terapeuta o metodo di cura.
Anche i bambini, per fortuna non così di frequente, possono trovarsi in stato Willow: è il caso dei bimbi permalosi, che fanno facilmente il muso e lo tengono per lungo tempo, o di quelli guastafeste, piagnucolosi, che si lamentano spesso e sono sempre di cattivo umore e che scaricano sugli altri le proprie colpe.
Questi bambini fanno fatica a scusarsi e ad essere grati per qualcosa.
Willow serve ad abbandonare il ruolo di vittima nel quale si era entrati e a diventare protagonisti della propria vita.
Capendo quanto sia sterile e falsa l'affermazione "non dipende da me, io non c'entro", conquista un prezioso senso di autocritica e la capacità di distinguere le proprie responsabilità, il che si traduce subito in maggiore serenità interiore e una ritrovata armonia con gli altri, con l'abbandono degli atteggiamenti vittimistici, rancorosi, astiosi e ingrati.